Tartan Revival.

tartandefL’uso del Tartan, dalle origini ad oggi. Una stoffa attraverso i secoli.

Già centinaia di anni or sono troviamo testimonianza dell’uso del tartan, grazie ai resoconti dei viaggiatori che si recavano in Scozia e nella prima letteratura scozzese. L’uso di questo tessuto si diffuse rapidamente, tanto da diventare segno distintivo dei clan delle Highlands. Ogni famiglia aveva infatti il proprio tartan, fatto di diversi colori e intrecci, proprio come un’antica carta d’identità. (La stessa cosa accadeva in Irlanda, dove il diverso intreccio dei punti nei maglioni permetteva di riconoscere i dispersi in mare.) Divenne così in poco tempo simbolo della cultura scozzese, tanto che nel 1746 il governo di Londra, per minare il forte sentimento patriottico degli highlanders, decise di mettere fuori legge chiunque lo avesse indossato. E’ all’inizio del ‘800, con l’avvento del New gothic, movimento culturale che si rifà al medioevo, che il tartan ritorna protagonista e da allora non ci ha mai abbandonati.

Se oggi si pensa al tartan non si può fare a meno di evocare la scena punk londinese, da cui attinge a piene mani la dissacratoria stilista Vivienne Westwood, che fa di questo tessuto il simbolo della trasgressione, svecchiandolo da qualsiasi perbenismo. Giacche da cavallerizze sagomate, kilt striminziti o destrutturati, e spille da balia…il tutto accompagnato da tacchi vertiginosi, in un’atmosfera che nella sua irriverenza non abbandona mai l’amore per la citazione.

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Dall’altra parte della Manica, Jean Paul Gaultier, “enfant terrible” della moda parigina, nel suo costante lavoro di reinterpretazione degli stereotipi culturali, insieme alle iconiche righe alla marinara, saccheggia anche il tartan. Oltre ad essere, lui stesso, un amante del kilt, che indossa infatti spessissimo, lo propone in passerella sia per la moda Donna, che per le collezioni Uomo.

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Più classico, l’intramontabile Burberry che fa della fodera scozzese del suo famoso trench, una vera e propria icona. E’ proprio la stampa tartan, infatti, ad essere filo conduttore del marchio inglese, che lo ripropone costantemente per gli accessori così come per gli abiti.

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Infine come non nominare Alexander McQueen, che al tartan ha dedicato un’intera collezione nel 1995, dal nome quanto meno evocativo di “Highland rape“. Anche qui la tradizione scozzese viene metabolizzata e reinterpretata in perfetto stile punk.

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